1)Pseudo-sé correttivo:
Cominciamo citando un esempio: l'individuo "A" è interessato solo alle donne dai capelli rossi. Sua madre aveva i capelli rossi, essendo morta quando lui aveva 8 anni. Dopo aver appreso ciò, il suo analista interpreta la sua preferenza come di natura tipicamente edipica: desiderando solo capelli rossi, "A" sarebbe sempre stato alla ricerca dell'amore materno perduto fin dall'infanzia.
Ben consapevole degli elementi basilari del pensiero freudiano, "A" accetta la "verità" dell'interpretazione sulle preferenze del suo desiderio. Da quel momento in poi evita deliberatamente le donne chi hanno i capelli rossi. Esercita la censura su se stesso in base a quello che ritiene essere un suo "desiderio edipico".
Se lui continua a utilizzare in questo modo le interpretazioni fornite dall'analista, comincia a comportarsi sulla base di uno pseudo-sé, una maschera censoria, che risulta dalla sottomissione alle presunte verità rivelate dall'analista. Maschera fabbricata da una scarsa comprensione della teoria psicoanalitica.
Egli modifica il suo comportamento, non dal vivere in modo diverso i fatti legati alla suddetta interpretazione, ma dall'attribuire verità a priori a quanto gli dice l'analista.
2) Realtà come Entità Assoluta:
Un altro errore comune e grave è la concezione della realtà come entità assoluta accessibile come tale alla conoscenza umana, e, quindi, alla mente dell'analista, il quale, di regola, assume la visione delle scienze empiriche contemporanee come nostro accesso alla "la realtà".
Pertanto, altre visioni del mondo, alternative all'empirismo razionalista, vengono rapidamente liquidate come prodotti del "pensiero magico", fissati a un certo stadio dello sviluppo del bambino.
La dialettica desiderio-frustrazione-attribuzione della realtà è impoverita, poiché deve affermare una visione già determinata di cosa sia il mondo esterno, così come il posto del soggetto nell'ordine sociale di condivisione del potere, imposto prima della nascita.
Cominciamo citando un esempio: l'individuo "A" è interessato solo alle donne dai capelli rossi. Sua madre aveva i capelli rossi, essendo morta quando lui aveva 8 anni. Dopo aver appreso ciò, il suo analista interpreta la sua preferenza come di natura tipicamente edipica: desiderando solo capelli rossi, "A" sarebbe sempre stato alla ricerca dell'amore materno perduto fin dall'infanzia.
Ben consapevole degli elementi basilari del pensiero freudiano, "A" accetta la "verità" dell'interpretazione sulle preferenze del suo desiderio. Da quel momento in poi evita deliberatamente le donne chi hanno i capelli rossi. Esercita la censura su se stesso in base a quello che ritiene essere un suo "desiderio edipico".
Se lui continua a utilizzare in questo modo le interpretazioni fornite dall'analista, comincia a comportarsi sulla base di uno pseudo-sé, una maschera censoria, che risulta dalla sottomissione alle presunte verità rivelate dall'analista. Maschera fabbricata da una scarsa comprensione della teoria psicoanalitica.
Egli modifica il suo comportamento, non dal vivere in modo diverso i fatti legati alla suddetta interpretazione, ma dall'attribuire verità a priori a quanto gli dice l'analista.
2) Realtà come Entità Assoluta:
Un altro errore comune e grave è la concezione della realtà come entità assoluta accessibile come tale alla conoscenza umana, e, quindi, alla mente dell'analista, il quale, di regola, assume la visione delle scienze empiriche contemporanee come nostro accesso alla "la realtà".
Pertanto, altre visioni del mondo, alternative all'empirismo razionalista, vengono rapidamente liquidate come prodotti del "pensiero magico", fissati a un certo stadio dello sviluppo del bambino.
La dialettica desiderio-frustrazione-attribuzione della realtà è impoverita, poiché deve affermare una visione già determinata di cosa sia il mondo esterno, così come il posto del soggetto nell'ordine sociale di condivisione del potere, imposto prima della nascita.
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