Dialogo con l'autore Luigi Zoja e Matteo Lancini
[***Dal sito psicologia.io]
In Occidente è in atto una tendenza che potrebbe estendersi all'intero mondo globalizzato: l'attività sessuale è in costante diminuzione, specialmente tra i più giovani, mentre è aumentata l'età media del primo rapporto. Nemmeno l'avvento delle app per incontri ha corretto questa rotta, rivelandosi persino controproducente. Eppure, intorno a una questione tanto cruciale, inedita e ricca di implicazioni, non si è ancora costruito un vero dibattito. Qual è l'origine di questa rinuncia? E com'è possibile che un fenomeno di tale portata avvenga in una società che, grazie alla rivoluzione sessuale, pareva essersi liberata da tabú e costrizioni? A queste domande prova a rispondere lo psicoanalista Luigi Zoja, partendo dai numeri e andando alla ricerca delle motivazioni profonde di una generale «fuga dall'intimità dei corpi», nel tentativo di riportare finalmente la sessualità al centro del discorso, come aveva fatto Freud per primo oltre un secolo fa.
«Oggi si incontrano infinite "prefigurazioni" del desiderio sessuale. Non provengono più dall'interno della personalità, come ciò che chiamiamo eros, ma ci giungono già confezionate dal mercato, o dalla pressione di certi gruppi. Si tratta di una libertà totale solo a parole, che nei fatti è spesso vissuta come prigionia all'interno del corpo e delle sue funzioni».
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"Lo schiavo più miserabile è colui che pensa di essere libero." W. Goethe
Su questo stesso tema, ho pubblicato qua sul blog "Nichilismo Sessuale: Rilascio, Rilievo e il Nulla"
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