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September 21, 2022

Il Giuramento Magniloquente di Roberto Bormann

Roberto  Bormann ha fumato uno spinello per la prima volta durante un viaggio in Canada per visitare i parenti chi, emigrati dalla Germania nella stessa ondata in cui i suoi genitori vennero a Rio de Janeiro, avevano scelto però di vivere a Toronto, rinunciando così alle cosiddette delizie del 'clima paradisiaco brasiliano' (parole sue).
Studente devoto e capace, all'epoca frequentava l'ultimo anno in una famosa scuola di medicina, i cui posti vacanti per sono sempre i più ambiti dai candidati all'ingresso nell'università.
In vacanza nel luglio 1989, in fuga dal debole inverno di San Paolo, andò a conoscere 'l'estate mite' di Toronto ed a trovare i suoi cugini.

"Fu impressionante vedere l'uso massiccio di marijuana in Canada: praticamente tutti all'università la fumavano, in un atto abbastanza naturale fra loro.
"Mia cugina è stata quella che me l'ha offerto, ed io l'accettai senza nessuna esitazione, la prima sigaretta". -- Mi ha raccontato lui in una delle sue prime consultazioni.
A quel tempo, la pressione per la depenalizzazione dell'uso della cannabis non era ancora così intensa come è oggi in tutto il mondo. Probabilmente, nonostante fosse abbastanza consumata, rimaneva una droga illecita, ma le autorità chiudevano un occhio a questo fatto.
Dopo aver iniziato l'abitudine di 'fumare una canna' all'età di 23 anni, è diventato rapidamente un grande consumatore. Lui è stato sfortunato, poiché presto ha avuto la sua prima crisi psicotica paranoica, un evento devastante che colpisce una piccola, ma non insignificante, percentuale dei pothead.
Roberto è venuto nel mio studio per la prima volta dopo aver avuto circa tre focolai, fra cui tentava di recuperare la sua produttività, la sua vita affettiva, i suoi studi, un progetto proprio di vita.
Di solito si ubriacava per la mistura fra bevande alcoliche, cocaina e cannabis. Ci sono stati numerosi tentativi di svezzarlo dalla sua dipendenza, e durante l'anno sotto la mia cura, lui ha avuto alcuni periodi promettenti di astinenza parziale, in cui veniva a dire: 'solo tre canne a settimana, un solo sacchetto di polvere il sabato e quasi niente alcol'.
Ci sono stati numerosi tentativi di svezzarlo dalla sua dipendenza, e durante l'anno sotto la mia cura, lui ha avuto alcuni periodi promettenti di astinenza parziale, in cui veniva a dire: 'solo tre canne a settimana, un solo sacchetto di polvere il sabato e quasi niente alcol'. Non si avrebbe potuto dire che questo fosse sempre vero, eppure tante volte veniva da lui ben trovato.
Eppure, nel suo caso, l'astinenza totale a breve termine non sarebbe allora mai un obiettivo realistico.
I periodi di uso moderato si alternavano ad alcuni di ricaduta pesante, a volte abbastanza preoccupanti.
Roberto si trovava in quella tarda estate del 1999, in un rinnovato periodo di astinenza, quando davanti a me, con tutta la pompa e la forza, fece quel giuramento solenne, in cui faceva una sintesi dell'obiettivo terapeutico principale, ossia tenerlo lontano da quella miserabile dipendenza che era sovrastato sua vita.
Proprio all'inizio del consulto, ha detto di aver resistito alla tentazione di uscire quel sabato sera, circa tre giorni fa, con una 'banda pesante', con la quale avrebbe inevitabilmente consumato molte dosi di droga in poche ore.
Mi sono congratulato con lui enfaticamente!
Dopo il mio saluto entusiasta, lui gesticolando all'italiana (ad imitarmi?) ma con assoluta serietà, enfasi e veemenza retorica, ha detto:

"Dottore Wagner, possa essere Lei assolutamente certo e sicuro di ciò che ora Le dico, e che viene dal profondo del mio cuore e della mia coscienza:
"Io, Roberto Bormann, giuro su Dio, D-o, dèi, a-tei, sui Buddha e sui Bodhisattva, che MAI PIÙ IN VITA MIA FUMERÒ MARIJUANA, ANNUSERÒ COCAINA O USERÒ QUALSIASI ALTRA DROGA CHE POSSA ALTERARE LA MIA COSCIENZA! MAI MAI MAI PIÙ!"

Ci fu un silenzio completo per circa 60 secondi in quella stanza, dopo di che lui ha completato la sua schietta magniloquenza:

“FFFOOOOOOOORRSSEE!”
 

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