San
Paolo col Picco di Jaraguá, il monte dove c'è oggi ancora un troppo piccolo
tratto rimanente della ‘Mata Atlântica’, la jungla tropicale simile a quella
amazzonica, qua esistente fino alla arrivata dei navigatori europei nel secolo
XVI.
A metà autunno, quando la amarezza invade i cuori della gente di San Paolo, avvicinandosi già il solstizio d'inverno, il desiderio di fuggire da questa dantesca megalopoli cresce rapidamente in tutti, ma non certo perché le giornate si accorciano. Anzi, a questo punto dell’anno, cresce il numero delle persone a piangere da soli agli angoli della città, anche se molti non si rendono nemmeno conto che nessuno mai presta loro attenzione.Affinché un albero raggiunga il paradiso, le sue radici devono penetrare nelle profondità dell'inferno. F. Nietzsche
Nonostante un tale stato d'animo cupo dappertutto, alcuni pochi uomini e donne pieni di desiderio, irreali, sparsi tra le folle enormi, mantengono vivi e forti in questa polis mostruosa. Sì, questi sono sempre irreali perché troppo diversi di tutti gli altri abitanti di questo inferno urbano bizzarro, sorto cinque secoli fa come una goccia di fuoco su un tratto di foresta pluviale allora davvero paradisiaco.
All'inizio del novecento, la cittadina un tempo provinciale tutt'a un tratto cominciò a crescere in modo esplosivo, diventando presto una delle più grandi città della Terra, ospitando una pletora di baraccopoli, persone affamate, drogati di crack, giovani e giovane carini e arrapati che vendono i loro desideri, ladri, vecchi, mendicanti, abbandonati bambini dai denti caduti. Oggi, questa megalopoli è un enorme, bizzarro, corrosivo circolo urbano su un terreno tropicale, governata come sempre da una piccola minoranza ricca sfondata.
I veri umani "irreali" non sono mai stati più che pochi ribelli, sognatori romantici non facilmente reperibili o visti dalla gente comune. Sparsi per il mondo, urtandosi raramente, sono soprattutto grandi solitari.
In quella nebbiosa alba autunnale, dopo inquieti passi in casa, Mario si mise a vagare per il “deserto di pietra”. Sì, poiché una volta, detto popolare la chiamava la "giungla di pietra", ma ormai non c'è assolutamente nulla in queste strade grigie che ci faccia ricordare qualcosa della fitta foresta un tempo meravigliosa che esisteva qui. San Paolo è ora senza dubbio non più che un enorme e sempre crescente deserto di pietra.
Nonostante un po' di freddo, i suoi abiti leggeri ed estivi permettevano a gran parte del suo corpo arrapato e muscoloso di essere apprezzato con lussuria mentre passeggiava per centri commerciali, viali, piazze, vicoli, passerelle.
Le persone irreali sono destinate a evocare sempre sempre i desideri più intensi in tutti coloro che incontrano.
Poco dopo la sua partenza da casa è avvenuto quell'incontro più unico che raro. quasi impossibile, tra due 'irreali': Mario ed Emilia.
Presto dopo stavano scopando sul marciapiede centrale di Paulista Avenue vicino all’incrocio Augusta Street, sotto quelle forti luci artificiali. Come si può facilmente intuire dalle abitudini umane dei giorni nostri, c'erano conducenti di passaggio sempre incapaci di guardare a quegli spettacolari corpi accoppiantisi. In una scena triste e troppo comune al giorno d'oggi, anche all'interno delle auto uno può piangere da solo, capaci solo di guardare lo schermo di uno smartphone. Naturalmente, queste persone sono totalmente incapaci di vedere amanti nudi in una copula furiosa, non importa quanto siano splendidi tranne forse la pornografia del loro schermo.
Dopo il sonno delizioso dei nostri amanti irreali, accadde qualcosa di assolutamente incredibile: un'enorme folla di belle persone nude irruppe da ogni angolo, come se fosse possibile, cioè reale in queste strade. Nessuno sembrava consapevole della propria identità, né dei propri obiettivi, né della destinazione prevista.
Ogni "irreale" odia piangere impotenti e senza speranza, da qui la rivolta spontanea, esplosiva contro la cosiddetta "realtà", nome dato a questo numero soffocante di regole assurde, vere cavezze che trasformano uomini e donne in nient'altro che bestie addomesticate.
Vagando per le strade, la folla irreale era allora desiderosa di sguardi profondi, assetata di amore e di vita, brama di incontrare altri corpi meravigliosi e desideranti.
Innegabilmente, le persone irreali detestano certe parole, smorfie, gesti e atteggiamenti reali, troppo reali, degli umani comuni. Nonostante quest'aversione, scelgono di non affrontarli mai, ignorando semplicemente i fin troppo reali. I veri "irreali" sono solo in grado di amare e scopare dappertutto, in tutti gli angoli della città, in tutto il mondo.
Il sangue della vita scorre attraverso la folla degli innamorati, spingendo gli innumerevoli corpi compenetrati a gemere e urlare allo stesso tempo, come mai visto né sentito prima sul deserto di pietra.
l culmine della festa dionisiaca, Mario ed Emilia decidono di fuggire insieme, perché pare loro quell'enorme orgia non li soddisfaceva più. Nascosti in un vicolo buio e minuscolo, loro dicono:
"Ti voglio bene".
"Anch'io ti amo."
Alcuni anni dopo, Mario non è più in grado di ricordare quell'alba della folla dionisiaca. Abbiamo insistito perché si ricordasse.
“A un'alba di inizio autunno, in mezzo a quell'orgia irreale, l'hai incontrata, Mario. Che scena d'amore spettacolare che tu e lei ci avete dato da guardare! Da allora, noi umani comuni desideriamo rivedere la tua scopata selvaggia, Mario! Lo desideriamo follemente!”
La sua risposta:
“Non capireste cosa è successo a noi né in quello stesso giorno né dopo, amici.
Molti poeti dicono che tutte le albe portano un mondo nuovo e meraviglioso, indipendentemente dal fatto che i nostri occhi lo vedano. Che trappola! Una dolce, calda illusione erotica che arriva come sogno notturno di autunno non ha nulla a che fare con un nuovo mondo.
Sicuramente, io e lei non potremmo mai dimenticare quella scopata furiosa proprio sul marciapiede di Paulista Avenue! Eppure, il nostro strano destino è stato deciso da una sciocca, stupida negligenza o da una paura derivata da una verità troppo pesante.
Per puro caso, ero uscito di casa portando un rotolo in tasca. Non avevo intenzione di mangiarlo, semplicemente perché non lo faccio mai durante le mie passeggiate in città.
Allora, perché c'era quel rotolo nella mia tasca? Sono sicuro di mai scoprirlo, poiché se io per caso avessi fame, sarebbe facile comprare il pane fresco poiché i panifici non chiudono mai a San Paolo.
Durante un delizioso pomiciare quel rotolo è scivolato dalla mia tasca proprio su quel dannato marciapiede. Ovviamente l'abbiamo lasciato lì e abbiamo continuato a fare l'amore.
Avvicinandosi al nostro orgasmo, come dal nulla, è arrivata un'enorme limousine nera a tutta velocità, il cui autista in bizzarri vestiti rossi ha visto il pezzetto di pane sull'asfalto, ha spento il motore ed è sceso dall'auto.
Quello strambo era solo uno tra l'enorme massa di solitari che piangono incessantemente agli angoli grigi e sporchi della città. Molto eccitato dall'odore dei nostri genitali che si accoppiavano e dall'udire i nostri gemiti, ma essendo davvero impossibile per lui vedere i nostri corpi irreali e copulanti, una furia fortissima si impadronì della sua mente. Pelle troppo arrossata, abbastanza irrequieto, mortificato dall'invidia, sentendo odio, paura, terrore, quel tipo sinistro calpestò quella pagnotta a raffiche di rabbia, poi tornò nella sua limousine per fuggire via dal palco del nostro amore come il diavolo dalla croce, a 140 km orari.
Svegliandoci molto affamati dopo un prolungato e divino godimento. Poi, Emilia ed io non abbiamo avuto scelta che condividere e mangiare lo stesso rotolo impastato.
Indubbiamente, l'irreversibile decadenza del nostro amore è iniziata proprio lì in quella stessa alba della colossale esplosione erotica".
Tacciammo e lasciammo Mario da solo, zitto nella sua pace.
Una pace di cimiteri.
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