Jung, Kant, Einstein: Spazio-Tempo e Sogni Premonitori

Carl Gustav Jung, il grande psichiatra svizzero. dissidente su punti importanti del pensiero psicoanalitico di Freud, ricorse alla fisica quantistica, così come alla relatività di Einstein, per comprendere alcuni fenomeni non tipici della percezione umana normale, sempre erano stati sfidati dai suoi contemporanei, compresi quelli di una potente avanguardia del movimento psicoanalitico.
Pertanto, riguardo ai sogni premonitori inconfutabili, per i quali l'ipotesi di Freud, secondo cui erano generati dal desiderio del sognatore, non aveva senso, Jung ragionò come segue, basandosi sulle sue letture di Kant:
Nella "Critica della ragion pura" viene dimostrato che siamo esseri capaci di percepire un qualsiasi oggetto esclusivamente nel TEMPO e nello SPAZIO, da cui si conclude che il nostro apparato sensoriale-percettivo imprime questa sua impronta indelebile di tempo e spazio "a priori", in antecipo, su qualsiasi stimolo esterno.
Da questa verità indiscutibile, Kant deduce che la nostra percezione sensoriale trasmette agli oggetti coordinate di tempo e spazio, e che non ci è dato sapere cosa sarebbe una cosa in sé, cioè senza questa "impronta" precedente.
Ne consegue che noi umani non saremo mai in grado di sapere cosa sia qualcosa al di fuori del Tempo e dello Spazio, cioè in sé, senza questa "impronta" spaziotemporale indelebile.
Jung sembra aver formulato la seguente ipotesi: forse i nostri sogni hanno accesso ad altre dimensioni dello spazio-tempo sconosciute al nostro sé cosciente, rendendo possibile un altro modo di percepire il mondo esterno, un altro modo di accedere all'Universo, attraverso il quale gli eventi futuri potessero raggiungere la nostra coscienza in modi sconosciuti.
Attraverso tali processi misteriosi, le premonizioni diventerebbero possibili ad alcune pocche menti specialmente dotate per questo.