Si dice molto, e si parla troppo, si discute appassionatamente sulla capacità della ricchezza materiale, cioè del denaro, di avere o meno il potere di portarci, facilitarci o addirittura condurci automaticamente verso la felicità. Questa è forse la domanda filosofica più popolare dei tempi attuali, e lo è quasi certamente così da millenni dappertutto.
Chi è sicuro di rispondere che "porta la felicità", presenta subito un elenco di frustrazioni di ogni tipo, che possono essere superate solo dal "vile metallo".
Vengono criticati da chi risponde negativamente: "i ricchi possono essere estremamente infelici, in certe situazioni in cui i soldi non servono a nulla".
Nel bel mezzo di una di queste discussioni, piuttosto polarizzate, alla quale ho assistito senza prendere posizione, una signora sostenitrice di YES ha fatto un commento finale:
Va bene, litigare con le persone testarde è una perdita di tempo! Perciò vi proclamo che vi do la vittoria del NO, e vi consiglio di trasferire tutti i soldi che avete sul mio conto in Svizzera, e DI SIETE FELICE!!!
Naturalmente nessuno ha seguito il consiglio di Dona Esperta. Né credo che i suoi sofismi emotivi abbiano avuto alcun impatto sui suoi avversari.
Ho provato a fare un'analisi nello stile di Wittgenstein, per risolvere il filo semantico di questo dibattito. La mia conclusione è semplice:
Esiste una perniciosa confusione linguistica sul concetto di Felicità!
Il denaro facilita il verificarsi di momenti gioiosi, ma la gioia accumulata non può essere confusa con la felicità.
Quindi questa mi sembra la radice di tanto tempo e buon umore sprecati. Per le discussioni filosofiche è necessario prima definire i concetti, per parlare la stessa lingua.
Vengono criticati da chi risponde negativamente: "i ricchi possono essere estremamente infelici, in certe situazioni in cui i soldi non servono a nulla".
Nel bel mezzo di una di queste discussioni, piuttosto polarizzate, alla quale ho assistito senza prendere posizione, una signora sostenitrice di YES ha fatto un commento finale:
Va bene, litigare con le persone testarde è una perdita di tempo! Perciò vi proclamo che vi do la vittoria del NO, e vi consiglio di trasferire tutti i soldi che avete sul mio conto in Svizzera, e DI SIETE FELICE!!!
Naturalmente nessuno ha seguito il consiglio di Dona Esperta. Né credo che i suoi sofismi emotivi abbiano avuto alcun impatto sui suoi avversari.
Ho provato a fare un'analisi nello stile di Wittgenstein, per risolvere il filo semantico di questo dibattito. La mia conclusione è semplice:
Esiste una perniciosa confusione linguistica sul concetto di Felicità!
Il denaro facilita il verificarsi di momenti gioiosi, ma la gioia accumulata non può essere confusa con la felicità.
Quindi questa mi sembra la radice di tanto tempo e buon umore sprecati. Per le discussioni filosofiche è necessario prima definire i concetti, per parlare la stessa lingua.
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