"Narciso" abita lo strato primordiale e profondo della mente umana, il pilastro principale da cui si struttura il nostro "Io" (Ego), la nostra personalità. È una forza vitale che dura finché viviamo, perché amarsi si confonde con la volontà di vivere.
Il "narcisista" delle descrizioni cliniche dei disturbi del carattere è solo una grottesca deviazione da questa fondamentale pulsione di vita.
Alla nascita, ogni 'Narciso' si trova presto di fronte all'esistenza di altri esseri umani, che ben presto si rendono conto di essere anche loro 'Narciso'. Ed è negli occhi dell'"Altro" che il nuovo arrivato "Narciso" trova il suo inevitabile DANNO, la fine del suo godimento che ha saputo estrarre dalla propria immagine. È la vera espulsione umana dal Paradiso.
Nel godimento autocontemplativo, il 'Narciso' raggiunge la piena affermazione di se stesso, come totalità dell'unico esistente che giudica essere, dato che nulla di esterno lo riguarda.
L'immagine dell'Altro, poi, si intromette e lo deruba del protagonismo che vuole essere l'assoluto nella scena mondiale.
Ogni 'altro' che incontra è, tuttavia, nella stessa avida ricerca di quello stesso orgasmo auto-contemplativo di se stesso, che preferisce prendere per sempre.
Ogni identità personale, ogni Io/Io che si manifesta vivendo nella scena umana del mondo non può che essere una maschera, un'armatura da combattente da utilizzare nella guerra dei Narcisi, in quella grande tartufferie che è sempre convivenza sociale.
Nessuno indossa una sola maschera, non cento, non centomila; il loro numero tende all'infinito, poiché si esibiscono ad infiniti sguardi e/o infinite prospettive distribuite negli infiniti istanti fugaci dell'esistenza umana.
No comments:
Post a Comment
The author looks forward to reading your comments!
O autor aguarda seus valiosos comentários, leitor.