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May 17, 2023

Il Tempo come Illusione Narrativa (Rêverie Ontologica).

Molte righe possono essere lette nei libri di Fisica, Filosofia o anche di varie religioni rispetto al tentativo umano di cogliere l'essenza di ciò chiamato #TEMPO.

Un argomento forte si può trovare nell'Estetica Trascendentale, prima parte della "Critica della Ragion Pura" di Immanuel Kant, un testo con forza apodittica. Opino che la teoria della relatività, e anche le scoperte della meccanica quantistica, sono delle prove di ciò che il grande filosofo di Königsberg aveva razionalmente dimostrato: il tempo e anche lo spazio, benché così chiaramente percepiti come esterni alle nostre menti, infatti sono a priori imposti a tutta facoltà umana di percepire qualcosa , cioè, sono precondizioni imposte dalla nostra intuizione sensibile a tutti i dati che possono raggiungere nostra coscienza empirica.
"Eppur si muove" Galileo Galilei mormorò fra sé davanti agli inquisitori che lo hanno costretto a stare zitto perché aveva provato che il sole, la luna e le altre corpi celesti non ruotano intorno alla terra, siccome veniva affermato dalla 'fede sacra' fin da così tanti secoli. Tuttavia, anche se la nostra ragione accetta il complesso e, per i non addetti, incomprensibili argomenti secondo i quali il tempo e lo spazio sono condizioni previe, imposte dal nostro sistema perceptivo, a tutto ciò che viene dall'esterno, qualcosa reagisce,  resiste dentro noi stessi e ci fa pensare: "Eppur si muove il tempo, ma che grande assurdità dire altrimenti! "Così, come appena avete letto, abbiamo avuto il coraggio di invertire a 180 ° la funzione che Galileo intendeva pronunciare con sua frase, poiché abbiamo appena rifiutato una constatazione razionale, corroborata con l'eleganza e la forza dalla scienza empirica in nome di un grido intuitivo del vecchio 'buon senso'.
Infatti, nonostante tutte le teorie scientifiche, e tutta la metafisica, quando apriamo gli occhi scopriamo che esistiamo sempre nel tempo, siamo totalmente dipendenti dal tempo, in cui siamo emersi, e in cui rimaniamo sempre, anche quando in attesa dell'evento forse più indesiderato fra tutti, cioè la nostra morte a venire. 
Comprensibilmente, perciò, siamo molto inclini a pensare che esista sì, sempre, qualcosa di esterno, per quanto misterioso, cui chiamiamo TEMPO, permeante completamente il nostro Universo / Multiverso. "
Come affrontare questo paradosso? Dovremmo ricorrere alla famosa frase, benché razionale o irrazionale, di Gilles Deleuze, chi ha sostenuto solo il paradosso può esaurire la realtà della vita e del mondo?
Se la "realtà" del tempo è semplicemente un'imposizione inerente alla condizione umana, determinata dalla nostra percezione sensoriale, sarà vero che solo l'irragionevolezza potrebbe venire in aiuto delle nostre prove intuitive? 
Oppure sarebbe addiritura necessario ridefinire i nostri concetti di "illusione" e "verità"?

DANDO ALI ALLA FANTASIA
Da pochi giorni, ho dato sfogo alla fantasia, e mi venne in mente un esercizio di pensiero, un'analogia cui mi pare molto utile per aggirare la nostra immensa difficoltà ad accettare che il tempo potrebbe essere non più che un'ipostasis data da tratti inerenti alla nostra capacità di percepire qualsiasi cosa, e per nulla un'esistente esteriore cui fosse indipendente da qualsiasi osservatore.
Nella mia fantasticheria, l'Universo (oppure il Multiverso) è apparso come fosse un meraviglioso romanzo stampato su un enorme libro. Come è ben noto, per un romanzo da comprendere, bisogna leggerlo dall'inizio, sempre seguendo in una direzione, verso la sua fine. Se questa condizione non viene soddisfatta, i frammenti disposti in modo caotico saranno inutili.
Persone colte possono leggerli e persino tradurli a persone analfabete. Non dimentichiamo, tuttavia, che la lettura, la comprensione e la decifrazione sono attività diverse.
Vivere sarebbe qualcosa di analogo alla lettura di un capitolo dell'immenso romanzo stampato in questo libro, qualcosa che facciamo con gli occhi fissati alle sue pagine dalla nascita alla morte. Sì, la nostra vita personale si adatterebbe solo in un capitolo di questo immenso romanzo, poiché siamo nati 'a bordo', cioè non sappiamo cosa c'è dietro la nostra origine e ignoreremo inesorabilmente ogni evento dopo la nostra partenza.
Il fatto di che non capiremmo mai nulla del suo contenuto se provassimo a leggerlo in un altro ordine mi pare può  essere paragonabile all'unidirezionalità della freccia temporale, su cui è impossibile persino sognare di invertire il suo corso, cioè di andare dal futuro verso il passato.
Eppure nulla cambia in questo 'romanzo stampato sul libro', cui chiamiamo Universo fin dalla nostra nascita fino alla nostra morte.
Nonostante le nostre percezioni, cioè, illusioni temporali, il libro stampato legato da Dio è sempre lì, immutabile, impassibile, immobile. Eterno.
L'autore di questo saggio ha pubblicato il libro elettronico presso amazon [clicca sul titolo] L'Ultima Civetta , [The Last Owl], in portoghese ed anche in inglese. 

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