Per coloro che non hanno letto questo romanzo, Agilulfo è un cavaliere sempre sotto un'armatura pesante, e Gurdulu è il suo fedele scudiero. Sì, possono evocare Don Chisciotte e Sancio Panza, ma ci sono differenze rilevanti.
Gurdulù è quello sempre disponibile a tutti e a tutte. Invitato a tante orge non le rifiuta mai, si può dire che lui vive in un'eccitazione sensoriale perpetua. La sua esistenza corporale si da nel mondo delle cose, ma lui non c'è (non ha essenza, è solo quel corpo vuoto di significato). Chiunque cerchi il suo corpo ce lo ha, ma mai avrà qualcosa di valore. Lui è come un vibratore da masturbarsi.
Agilulfo, tutt'al contrario del suo servo, non si apri mai a nessuno. È un'armatura cava, sotto la quale non c'è nulla. Cioè, non si svolge corporealmente nel mondo, è un inesistente, solo un essere astratto, una essenza umana pura e mai disfatta, cui prende decisioni e comanda.
"possiamo dire che l'unico che compie uno spostamento qua in mezzo è Agilulfo, non dico il suo cavallo, non dico la sua armatura, ma quel qualcosa di solo, di preoccupato di sè, d'impaziente, che sta viaggiando a cavallo dentro l'armatura. Intorno a lui le pigne cadono dal ramo, i rii scorrono tra i ciottoli, i pesci nuotano nei rii, i bruchi rodono le foglie, le tartarughe arrancano col duro ventre al suolo, ma è soltanto un'illusione di movimento, un perpetuo volgersi e rivolgersi come l'acqua delle onde. E in quest'onda si rivolge Gurdulù, prigioniero del tappetto delle cose, spalmato anche lui nella stessa pasta con le pigne i pesci i bruchi i sassi le foglie, mera escrescenza della crosta del mondo."
Gurdulù è quello sempre disponibile a tutti e a tutte. Invitato a tante orge non le rifiuta mai, si può dire che lui vive in un'eccitazione sensoriale perpetua. La sua esistenza corporale si da nel mondo delle cose, ma lui non c'è (non ha essenza, è solo quel corpo vuoto di significato). Chiunque cerchi il suo corpo ce lo ha, ma mai avrà qualcosa di valore. Lui è come un vibratore da masturbarsi.
Agilulfo, tutt'al contrario del suo servo, non si apri mai a nessuno. È un'armatura cava, sotto la quale non c'è nulla. Cioè, non si svolge corporealmente nel mondo, è un inesistente, solo un essere astratto, una essenza umana pura e mai disfatta, cui prende decisioni e comanda.
"possiamo dire che l'unico che compie uno spostamento qua in mezzo è Agilulfo, non dico il suo cavallo, non dico la sua armatura, ma quel qualcosa di solo, di preoccupato di sè, d'impaziente, che sta viaggiando a cavallo dentro l'armatura. Intorno a lui le pigne cadono dal ramo, i rii scorrono tra i ciottoli, i pesci nuotano nei rii, i bruchi rodono le foglie, le tartarughe arrancano col duro ventre al suolo, ma è soltanto un'illusione di movimento, un perpetuo volgersi e rivolgersi come l'acqua delle onde. E in quest'onda si rivolge Gurdulù, prigioniero del tappetto delle cose, spalmato anche lui nella stessa pasta con le pigne i pesci i bruchi i sassi le foglie, mera escrescenza della crosta del mondo."
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