Cause e Colpe nella Guerra di Troja

Baccanale, di Franz von Stuck

Come è noto, la guerra di Troia fu innescata dal rapimento di Elena, moglie del re spartano Menelao, da parte di Paride, un principe troiano in visita in Grecia con il pretesto di una missione diplomatica. Anche allora, come sempre, ci fu chi cercò i colpevoli per tanto spargimento di sangue durante i 10 anni di violenti combattimenti.
Sebbene la versione che attribuisce la piena responsabilità di tutto alla dea Afrodite fosse ampiamente diffusa, ciò non mise a tacere le accuse di queste persone che cercano sempre di distribuire le colpe per risentimento.
Si diceva che Paride fosse forse un pervertito, o un sessuomane, incapace di autocontrollo e quindi incurante delle norme di buona educazione che impongono gratitudine e rispetto per gli ospiti. Essendo un maniaco sessuale, abusò dell'ospitalità di Sparta: calpestò i buoni uffici della visita diplomatica e non solo concupì la moglie del re, ma la sedusse e la portò via sulla sua nave, diretta a Troia. Anche se, come alcuni testimoniano, Elena fosse scappata con lui di sua spontanea volontà, Paride avrebbe potuto controllarsi.
Altri, tuttavia, accusarono Menelao, che si ipotizzava fosse anatomicamente poco dotato, sebbene i suoi familiari lo negassero fermamente: "Assolutamente no, sembra persino africano laggiù!"
Era forse un ipocrita, un fifone nascosto?
Era forse eccessivamente permissivo, invitando i Troiani a un'orgia familiare, offrendo la propria moglie a galli stranieri?
Era forse solo l'ennesimo cornuto soddisfatto che se ne pentì troppo tardi?
Voci sempre smentite, con grande veemenza e indignazione, dagli Spartani e da altri coinvolti.
Si poteva forse biasimare Elena stessa?

Continua tra qualche giorno.