Molto dopo, già adulti, loro si incontrano di nuovo, e Riobaldo*, il narratore jagunço**, se ne accorge di sentire sua presenza ovunque, fino al punto di sentirsi insicuro riguardo a se stesso, come uno avvolto nella nebbia fitta, che non può essere sicuro né dove si trovi, né da dove venga, né quale sia sua destinazione. Forse la nebbia porti così sempre una paura del presente, ma anche del futuro. Porterà una liberazione da ogni passato? Possiamo dire che tutto questo allo stesso tempo sia vero?
Non soltanto per lui, ma per tutti noi, che siamo sempre affascinati dalla nebbia e dalla sua simbologia?
Nelle amorevole passioni, i confini tra il sé stesso, l'altro e il mondo sembrano sfumati.
Viene il giorno in cui Riobaldo se ne accorge del forte significato portato da suo compagno alla sua vita, sia come teppista, sia come uomo in guerra contro i nemici comuni a entrambi, sia dal loro amore, così misterioso quanto impensabile. A questo punto, pensa lui fra sé stesso: "Diadorim è la mia nebbia".
L'irruzione dell'ignoto, cui permea gli incontri d'amore più veri, più intensi, mette alla prova le basi del nostro 'Io', del nostro 'Sé' più profondo, lo apre a nuove vite, nuove realtà, nuovi mondi (Martin Buber).
La nebbia qua è un simbolo per i misteri del mondo, senza i quali l'identità e la noia svuotano ogni senso dell'esistenza, rendono la vita umana un deserto sempre a crescere. (Nietzsche: "Il deserto cresce.")
In questo suo capolavoro, Il Grande Sertão, Guimarães Rosa fa della nebbia, come metafora, il più grande donatore di senso all'esistenza di Riobaldo, simile al ruolo del nulla che è tutto che si può trovare sotto l'armatura di Agilulfo n'"Il Cavaliere Inesistente", di Italo Calvino.
Tranne la nebbia, tranne i misteri, ce l'abbiamo solo le "certezze" sempre provvisorie delle scienze empiriche, la cui fuzione pragmatica è inquadrarci come semplici macchine desideranti, cioè, parti di ingranaggi tecnici, destinati soltanto a sempre cercar di fare crescere la nostra capacità produttiva, anche se non lo sappiamo perché, né per il cui beneficio. Anche quando, come oggigiorno, il lavoratore umano diventa sempre più scambiabile per gli 'schiavi' robo.
In questi tempi, ogni essere umano deve essere soprattutto pratico, veloce, "quotidiano e tassabile" (Álvaro de Campos. Fernando Pessoa). Siamo messi in formule, in algoritmi, rappresentanti i nostri desideri insaziabili di consumo sfrenato.
Ci fanno credere siamo stati"liberati dalle repressioni vecchio stile, obsolete senz'altro", che Freud pensava stessero dietro di tutta possibile infelicità umana.
Liberati stiamo, poiché di tutto possiamo oramai provare il sapore, cioè, quei nostri desideri prima frenati da qualsiasi ragione "sia morale, etica, religiosa, filosofica, coletiva, o qualcos'altro", adesso ci è permesso dare loro un libero corso.
Eppure, a chi già non può nutrire delle illusioni così ingenue, è facile vedere come diventiamo uguagli a Gurdulù **, che "esiste ma non è" (il contrappunto di Agilulfo **, lo stesso cavaliere inesistente, che " è ma non esiste "). L'Uomo è diventato "il cadavere rinviato chi si riproduce" di cui parla Fernando Pessoa ****, nel suo poema a Dom Sebastião, re di Portogallo.
Tranne la nebbia, tranne i misteri, ce l'abbiamo solo le "certezze" sempre provvisorie delle scienze empiriche, la cui fuzione pragmatica è inquadrarci come semplici macchine desideranti, cioè, parti di ingranaggi tecnici, destinati soltanto a sempre cercar di fare crescere la nostra capacità produttiva, anche se non lo sappiamo perché, né per il cui beneficio. Anche quando, come oggigiorno, il lavoratore umano diventa sempre più scambiabile per gli 'schiavi' robo.
In questi tempi, ogni essere umano deve essere soprattutto pratico, veloce, "quotidiano e tassabile" (Álvaro de Campos. Fernando Pessoa). Siamo messi in formule, in algoritmi, rappresentanti i nostri desideri insaziabili di consumo sfrenato.
Ci fanno credere siamo stati"liberati dalle repressioni vecchio stile, obsolete senz'altro", che Freud pensava stessero dietro di tutta possibile infelicità umana.
Liberati stiamo, poiché di tutto possiamo oramai provare il sapore, cioè, quei nostri desideri prima frenati da qualsiasi ragione "sia morale, etica, religiosa, filosofica, coletiva, o qualcos'altro", adesso ci è permesso dare loro un libero corso.
Eppure, a chi già non può nutrire delle illusioni così ingenue, è facile vedere come diventiamo uguagli a Gurdulù **, che "esiste ma non è" (il contrappunto di Agilulfo **, lo stesso cavaliere inesistente, che " è ma non esiste "). L'Uomo è diventato "il cadavere rinviato chi si riproduce" di cui parla Fernando Pessoa ****, nel suo poema a Dom Sebastião, re di Portogallo.
* Riobaldo e Diadorim sono i protagonisti centrali del romanzo 'Grande Sertão', di João Guimarães Rosa. Entrambi si amano, anche senza alcun contatto fisico. Il primo è un potente jagunço (avventuriere, teppista del Sertão), capo della gang vincitrice dopo innumerevoli battaglie sanguinose tra vari gruppi rivali. In mezzo a quella guerra, Diadorim diventa il suo fedele seguace e tra loro nasce una forte attrazione reciproca. C'è qua bisogno di avvertirvi, lettori che questa non è una storia d'amore omo-affettiva in più, come tante al gusto dei media in questi tempi.
È Riobaldo chi deice: "Diadorim è la mia nebbia".
** Agilulfo e Gurdulù sono personaggi di 'The Nonexistent Knight' di Italo Calvino. Il primo è il cavaliere più idealizzato e desiderato di tutti allora conosciuti: sempre sul suo cavallo bianco, va accompagnato dal suo scudiero. Si scopre che sotto la sua armatura di bronzo il superbo cavaliere non ha un corpo e al suo posto non c'è nulla. Così tanti lo immaginano come il migliore degli innamorati, come un compagno per le loro serate di festa, orge. Ma non possono mai averlo. Frustrati, le nobili cortigiane accettano Gurdulù come sostituto, sebbene lo ritengano così inferiore al cavaliere, un invito immediatamente accettato perché è sempre disponibile, senza mai dire di no a nessuno. Tutti possono averlo, ma lo hanno solo come un corpo e un corpo utile, insignificante. Presto scartalo com'è oggi con un vibratore usato, che è inutile, dal momento che è una semplice cosa.
No comments:
Post a Comment
The author looks forward to reading your comments!
O autor aguarda seus valiosos comentários, leitor.