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August 8, 2019

Lo Splendore degli Occhi di Edipo

Giocasta non s’impiccò. Edipo non si svuotò gli occhi. Entrambi hanno infatti soltanto messo in scena questa trama falsa, una mera tattica destinata a fare zitti per sempre i pettegolezzi sul loro amore, cui in quei tempi infestava tutta Tebas. Per ragioni che mai sapremo, Sofocle decise di dare realtà proprio a tale trama finta.
Montati su cavalli bianchi, abbandonarono i Tebani alla loro troppo umana fortuna. Partirono alla ricerca di qualcuno che fosse in grado di giudicarli.


"Se avete tutti e due davvero voglia di un giudizio superiore per valutare la presunta gravità dei vostri peccati, che la gente di Tebas ha visto come atti non degni da qualsiasi esseri umani, dovete esserne accorti che su questo mondo non ci sarà nessuno capaci per esso tranne le stesse sirene chi intentarono di stregare Ulisse." -- Proferirono unanimi gli oracoli.
Perché trovassero la isola delle sirene, hanno dovuto affrontare prima la furia di Poseidone. Perciò, sono partiti su di un vascello sempre comandato da Edipo, e, guidati da tanti rematori le cui orecchie erano bloccate con la cera, si diressi verso la rotta da dove Ulisse era ritornato alla sua Penelope.
Non hanno speso molto tempo per trovarle. Restavano belle e desiderose come sempre, poiché il tempo stesso non osa esistere per sirene. Atterrarono su quell'isoletta di così tante scogliere a picco, ancora febbrilmente amandosi uno all'altro. Presto si sono ubriacati ed estasiati dal fascinante brano cantato da quelle semi-dee sensualissime.

"Eppure, Giocasta, non ci siamo qua venuti per fare l'amore come sempre prima lo facevamo, invece, siamo alla ricerca di un giudizio degno della nostra gloriosa vita." 

"Quindi, ce l'avrete, Edipo!" -- la più bella delle cantatrici ha proferito. 

"Quanto a te, Giocasta, se ci sarà permesso trovare un desiderio autentico cui muove la tua venuta qua, oltre al grande disagio di tuo figlio e amante, presto potresti averlo."


A cui la madre di Edipo rispose: 
"Desidero che gli occhi di Edipo ritrovino il loro fulgore, che da sempre ho amato così tanto."

"Per ottenere quello che vuoi, Giocasta, madre e donna, ci manca solo un dettaglio in più: gli occhi di Edipo devono conoscere tutta la verità, quella stessa verità che tu hai sempre nascosto da lui. Ne basta questo perché possano risplendere come prima la scoperta di sua identità vera." 


Però tutt'a un tratto il figlio interrompiò bruscamente quella canzone, e rivolgendosi alle alte roccie da dove veniva la voce, disse: 
"No, bellissima sirena, sono stufo di ogni verità, e mai più voglio sentirle!. Mantenetele per sempre solo tra voialtre: Giocasta, sirene, tutte le femmine, " - La interruppe bruscamente Edipo.

"Se non hai il desiderio della verità, Edipo, vi resta un solo destino: ordina ai tuoi rematori di andarsene via e di dimenticare per sempre il percorso di quest'isola rocciosa dove lasciano voialtri." 

L'amante di Giocasta lo fece proprio questo, e subito, decine di sirene ripresero il loro canto, lo stesso canto che aveva dominato Ulisse. Eros ispirava una tale melodia, evocativa di tutti i piaceri già vissuti o sognati dagli umani, istigandone tanti altri, ancora più intensi.
Edipo e Giocasta furono posseduti interamente da quella magia, fino al punto di dimenticare i loro stessi nomi, non riuscendo più a percepire il flusso del tempo, e di confondere persino quale fra loro era la madre, e quale era il figlio.
Sotto lo sguardo lascivo di innumerevoli sirene, gli occhi di Edipo ripresero il loro splendore eterno.

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