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July 31, 2018

I TUOI OCCHI

"Possiamo dire che l'unico che compie uno spostamento qua in mezzo è Agilulfo, non dico il suo cavallo, non dico la sua armatura, ma quel qualcosa di solo, di preoccupato di sè, d'impaziente, che sta viaggiando a cavallo dentro l'armatura. Intorno a lui le pigne cadono dal ramo, i rii scorrono tra i ciottoli, i pesci nuotano nei rii, i bruchi rodono le foglie, le tartarughe arrancano col duro ventre al suolo, ma è soltanto un'illusione di movimento, un perpetuo volgersi e rivolgersi come l'acqua delle onde. E in quest'onda si rivolge Gurdulù, prigioniero del tappetto delle cose, spalmato anche lui nella stessa pasta con le pigne i pesci i bruchi i sassi le foglie, mera escrescenza della crosta del mondo".
Italo Calvino, in 'Il Cavaliere Inesistente 
[Qua sopra, un'estratto da 'Il Cavaliere Inesistente', il cui personaggio principale, chi dà il nome del romanzo, si chiama Agilulfo, un cavaliere misterioso di chi è giusto dire che in realtà 'è', benché non 'esista' come oggetto corporeo. In completa opposizione, ci appare suo scudiero Gurdulù, che 'esiste' concretamente come un corpo, ma su cui si deve dire che 'non é'.Agilulfo è, ma non esiste.Gurdulù esiste, ma non è'].

     A Giotto’s masterpiece, a 13–14th century Tuscan painter.

Quando quel tuo sguardo fuggì da ogni possibile presente, quando te ne sei andata al tuo altro modo di esserci, che per me era inaccessibile, guardai intorno a me un solo istante e immediatamente iniziai la mia ricostruzione del mondo. Lo slancio mi è venuto da quei miei versetti in tedesco, cui avevo scritti per te:

'Wenn du ein Traum bist,
wie arm die Realität!'
['Se sei un sogno,
Quanto è povera la realtà! ']

Quanto è povera la realtà in cui non potresti esserci!
Una certezza sorse dentro di me che i tuoi occhi, divenuti eterni in quel nostro incontro in un pomeriggio di primavera, mi hanno dato il potere di, in rebellione, trasformare la realtà stessa. Il mondo si era ribellato ai miei desideri. come ha detto Zé Bebelo, un personaggio della novella "Grande Sertão Veredas", di João Guimarães Rosa, alla consapevolezza che, sconfitto sul campo di battaglia, era imprigionato dai suoi nemici. Sì, ho cominciato a rifare tutto ciò che gli umani chiamano "reale". Che parola noiosa e ingenua!
Cominciando nell'ordine del tempo, ho rapidamente posto fine al flusso incessante in un unica, monotona direzione. Che sciocchi esseri umani e i loro ormeggi autoimposti, risultanti della loro convinzione che la vita scorre, in modo irreversibile, verso il futuro e contro il passato! Quanto pesano le catene di questa auto-flagellazione!
Mi divenne accessibile, come per il palmo della mia mano, quello sguardo tuo a me, in una certa sera di primavera: potremmo farla rivivere in qualsiasi momento, ne basterebbe un semplice desiderio. Però, non ho voluto farlo subito. Ho saputo, fin dall'inizio di questa ribellione libertaria, e atemporale, che se io avessi trovato subito quella scena, con i tuoi begli occhi rivelatisi ai miei, non la avrei mai lasciato per vagare di nuovo anarchicamente attraverso i nostri tempi di Università. Così ho tenuto lontano da quella scena magica che si era svolta nel giardino interno della nostra Facoltà di Medicina, come qualcuno che si prendesse estrema cura di suo gioiello più prezioso.
Mi aggiravo intorno a te, intorno ai tuoi occhi, come uno che sta visualizzando due piccoli punti intoccabili di fuoco divino. Tali gioielli con il loro splendore, tuttavia, sono sempre rimasti accessibili ai miei desideri attraverso una semplice decisione del mio essere in rivolta. 
Giocando come un ragazzo dispettoso, ho zigzagato nello spazio-tempo alla ricerca di ognuna delle volte in cui una volta eravamo stati affiancati. Ho toccato i tuoi morbidi capelli dorati. Sono diventato inebriato da ogni momento del passato in cui ti ho vista, e tutti i piccoli dettagli della scena sono stati poi ripetuti lentamente come volevo.  Ho cambiato il corso di certi eventi, moltiplicando così i nostri incontri. Strane e sinistre possibilità ci avevano spesso allontanato tanto in quegli anni di Università.
Ho invaso i tuoi sogni come facevi tanto così spesso con i miei. Tuttavia, non mi sono presentato come un semplice personaggio portato a scena con un ruolo determinato. Invece, mi son messo a comandare la trama dei tuoi sogni.
Hai sognato, Laura, di essere faccia a faccia con te stessa proprio nel centro di quel giardino interno del nostro college. Proprio dove, in un tramonto primaverile, il tuo sguardo mi ha trapassato così profondamente, per sempre rendendo i tuoi occhi il motore onnipotente di tutto nella mia vita. Laura ha trovato Laura.
Non potevi sapere da quale fase della tua vita provenissero quelle immagini. Eri di fronte a te, due come sembravi essere.
Hai immediatamente accordato con me quando ho parlato della bellezza, del fascino e della magia dei tuoi occhi. Ma no, come creatore dei tuoi sogni, non ti ho lasciata mai nemmeno provare una goccia di compassione per me. Perché mi tocca il ruolo di eternamente innamorato! E ripudio ogni tipo di passione che mi venga con dei prefissi! Solo perché non sono il ragazzo che ti ha perso. Al contrario, hai iniziato a essere soltanto mia, proprio nel giorno in cui, di fronte a un certo tipo di realtà - che ho sradicato da qualsiasi mondo possibile - mi hai abbandonato.
A questo primo incontro, nei sogni, in cui sei stata faccia a faccia con Laura, non sei riuscita a evitare un'intensa estasi narcisistica. Questo non è accaduto da nessuna intrusione dei miei poteri, né penso che qualsiasi tipo di forza, mondana o sconosciuta, potrebbe far accadere le tue emozioni in modo diverso: la tua bellezza ha consumato ogni desiderio del tuo essere, come il fuoco su ramoscelli secchi.
Nuda, circondata da fiori dorati, sei rimasta incantata a vedere il bel colore dei tuoi capelli intimi. Hai baciato i tuoi stessi capezzoli, così come il tuo viso, le tue labbra. Hai sentito l'odore dei tuoi capelli e ne hai sentito il delizioso profumo. L'idillio passionale tra te e il tuo alter-ego è culminato in urla e gemiti all'unisono. Due che eri, i tuoi gridi d' amore, tuttavia, potrebbero suonare solo all'unisono. In mezzo a quegli alti rumori d'amore, tu guardavi incessantemente nel blu dei tuoi stessi occhi.
Nuda, circondata da fiori dorati, sei rimasta incantata a vedere il bel colore dei tuoi capelli intimi. Hai baciato i tuoi stessi capezzoli, così come il tuo viso, le tue labbra. Hai sentito l'odore dei tuoi capelli e ne hai sentito il delizioso profumo. L'idillio passionale tra te e il tuo alter-ego è culminato in urla e gemiti all'unisono. 
In mezzo a quei sublimi rumori d'amore, tu guardavi incessantemente nel blu dei tuoi stessi occhi. In mezzo a quei sublimi rumori d'amore, tu guardavi incessantemente nel blu dei tuoi stessi occhi. La prossima notte, sei stata in grado di parlare con te stessa. Entrambi voi sedute faccia a faccia: quella che sei nel mondo banale e mediocre degli uomini comuni, affrontata con tua  alter-Laura, la  chi potresti  esistire nell'ordinario scorrere del tempo, ma chi si è rifugiata nel mio mondo. In questo mondo in cui viviamo insieme a ricostruire tutto.
Presto hai iniziato a chiacchierare con la mia Laura, e hai capito che non aveva sposato colui che, nel mondo di maschere sociali, avrebbe dovuto farlo.
"No, l'ho rifiutato dopo aver letto alcune lettere di un ragazzo disperatamente innamorato di me."
Ne avendo qualche ricordo di tali lettere, per quanto impreciso, hai chiesto a alter-Laura più dettagli su questa decisione:
"Sei rimasto con Enrico, che aveva scritto quei versi pieni di una passione così improvvisa ed impulsiva, che ti ha fatto anche pensare lui potrebbe improvvisamente irrompere nella sinagoga durante la cerimonia?"
Il tuo alter ego non ti ha risposto. La mia Laura non avrebbe potuto dirti delle verità eccessive in un solo sogno.
La mattina ti sei svegliata colla mente confusa, perché allora sapevi che la Laura, chi ti era venuta nei sogni, non sarebbe più così identica a te.
"Come lei si aveva permesso di essere così intensamente coinvolta fino a rompere l'impegno sette giorni prima dal matrimonio, guidata da versi e fantasie scritti da un ragazzo visionario con occhi di lupo? Versi, versi!"
Con questi pensieri in mente te ne sei andata a casa dei tuoi genitori per rovistare su vecchie carte, dove forse potresti trovare delle lettere con quelle poesie. Eri  a metà strada, guidando da sola, in mezzo al caos delle ingorghi sempre grigi e massicci quando declamai alle tue orecchie, come forti allucinazioni:

'Mein kleines, hübsches Mädchen,
meine kleine, hübsche Frau;
die ich haben will,
die ich haben werde!

[Piccola e bella ragazza mia,
Piccola e bella donna,
Colei che voglio tanto avere qua
E che la avrò!]

Sì, creati anche come versi tedeschi, nonostante, li hai capiti immediatamente, benché tu non conoscessi la lingua di Goethe.
Le carte cercate da te erano allora in un cassetto della tua camera da letto.
Ancora a giocare con te, ti ho fatta leggere frasi su quelle lettere, che non erano mai state scritte. Così, in tono appassionatamente minaccioso hai letto:

"Se tu mi abbandoni per sempre, gli esseri umani dimenticheranno il significato di 'sempre', perché anche il flusso del tempo non sarà più da loro percepito."

In un altro sogno, la mia Laura ti ha fatto conoscere certi poteri miei enigmatici come questo di invertire la seta direzionale del tempo, e insieme abbiamo rivissuto così tante volte il migliore delle nostre vite in quegli anni di college. 
All'interno del campus, o all'alba per le strade di San Paolo, mia Laura ti ha mostrato quanto è sempre stato intensa mia passione per te. Fino a certo punto in cui ci hai chiesto di portare anche a me stesso in uno di quei sogni. Anche tu volevi rivivere quel passato così pieno di lirismo.
Subito, sono comparso davanti a te e te stessa.
Ho preso le tue mani e insieme abbiamo ricreato l'intera scena:
Sto leggendo un giornale, o faccio finta di farlo, su una panchina nel giardino l'interno della nostra facoltà, quando ti vedo apparire pochi metri da me, andando verso il parcheggio.
Siamo in primavera, tu cammini lento. Quando hai ragione di fronte a me, metto da parte il giornale.
Ci guardiamo l'un l'altro, i miei occhi incontrano i tuoi.
I tuoi occhi incontrano i miei.
Nel tuo sguardo mi lanci quello stesso splendore. Noi, che ripetiamo tutto, abbiam capito l'eternità contenuta in quel'istante.
La magia dei tuoi occhi mi penetra fisicamente. Lo sento a scorrere attraverso il mio nervo ottico, alloggiatosi nella parte più intima delle mie emozioni e sensazioni, in un pezzo di me che trascende la finitude umana.
Sapevi che l'incantesimo, la magia che mi hai lanciato lì avrebbe rivoluzionato la mia intera percezione del mondo e della vita. Ci sono, da allora, tra le immagini che arrivano alla mia retina e la sua ricezione dal mio io più profondo, la mediazione dei tuoi occhi.
Sono diventato capace, attraverso questa percezione mediata da te, di vedere realtà infinite, dove prima credevo ce n'era una sola. In grado di farti mia, e quindi mai più lasciarti andartene via di quel giardino verso tua macchina, mentre io, stregato dai tuoi occhi, anche senza sapere quali fossero i miei, quali fossero i tuoi, ti perdevo fra dozine di autos.
Continuo a visitare i tuoi sogni. Tuttavia, come si può prevedere, siamo in grado di ri-enactare solo quest'ultimo, e non altri.
Prendo la tua mano e noi facciamo appare come un dipinto scenografico di Giotto.
Poi ripetiamo la nostra messa in scena: la tua camminata lenta, il nostro faccia a faccia, i tuoi occhi che si impossessano di tutto il mio essere.
Sempre, ad ogni notte delle nostre vite, lo sognaremo, Laura, fino al momento in cui possiamo incontrarci di nuovo l'uno di fronte all'altro.
Faccia a faccia.
Occhi negli occhi.
Così come siamo sempre stati.
Eternamente.


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